La denuncia della insostenibilità dei costi energetici e la richiesta di urgenti misure di sostegno. Sono queste le richieste di molte categorie del lavoro autonomo. Noleggiatori, trasportatori, pubblici esercizi, ristoratori, alimentaristi e ora anche i benzinai, che subiscono anche un incremento diretto dovuto all'aumento dei prodotti petroliferi commercializzati sugli impianti: una categoria che essendo a margine fisso del solo 2% rischia di non reggere all'aumento dei costi e dell'esposizione finanziaria.
Le scriventi Organizzazioni, scrivono le associazioni rappresentative dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti stradali ed autostradali, tra cui la FAIB Confesercenti, sottopongono all'attenzione del Presidente del Consiglio, Mario Draghi e dei Ministri, il tema della “gravosità dell’approvvigionamento elettrico”, essenziale per lo svolgimento della loro attività.
Tema la cui soluzione non può essere rinviata più oltre, scrivono, a pena della scelta di sospendere l’attività fino a quando (e se), la situazione non tornerà alla normalità.
Nonostante che nell’anno 2021, paragonato al “drammatico” andamento dei consumi dell’anno 2020, precisano le associazioni, si sia riscontrato un aumento delle vendite rispetto all’anno precedente, i volumi delle vendite sul 2019, registrano un delta negativo, secondo le ultime stime del MiSE, per la rete complessiva pari al 14 %, con punte del 28 % per la rete autostradale.
Ad un tale contesto si somma, con effetti drammatici, l’escursione dei costi per i consumi elettrici, dato da un incremento del PUN a dicembre 2021 del 620 % sul dato medio del 2020 e del 230 % sul dato di giugno 2021, i cui effetti devono ancora dispiegarsi pienamente e la cui persistenza appare ormai di non immediato allentamento.
Tale emergenza, peraltro, fanno sapere le rappresentanze dei benzinai, non appare ristorata con validi effetti con i provvedimenti adottati dal Governo che intervengono sui costi di sistema.
I consumi energetici, precisano, costituiscono ordinariamente una quota rilevante (nell’ordine medio del 20-25% dei costi di gestione di un impianto); tale quota, nel contesto della dinamica attuale dei prezzi di tale bene primario ed indispensabile, è destinata tendenzialmente ad un raddoppio della sua incidenza sui bilanci delle gestioni, con l’evidente conseguenza, di generare un marcato esito passivo dei bilanci delle singole gestioni, data l’incomprimibilità delle altre voci di costo - vale la pena ricordare che, mediamente, sulla viabilità ordinaria, un Gestore percepisce, mediamente, un “margine pro litro” fisso di €cent 3,5.
Si pone, pertanto, con assoluta urgenza la necessità, questo chiedono, un intervento risolutore che, muovendosi nel solco delle decisioni già assunte da Governo e Parlamento in tema di “sostegno” alle categorie interessate dal “caro energia”, consenta anche ai Gestori degli impianti di distribuzione carburanti di essere inseriti fra i beneficiari degli interventi già adottati (o che verranno adottati in seguito).
Non è infatti sostenibile che il Gestore, peraltro già penalizzato da un mercato nel quale spadroneggiano una illecita concorrenza (come ampiamente dimostrato anche dall’Autorità Giudiziaria) possa -da solo- affrontare una situazione nella quale non esiste alcuna regola oggettiva e non si profila neppure un intervento dei titolari degli impianti che, pure, sono parte essenziale del processo distributivo. Le scriventi Organizzazioni, dicono chiaramente, che si riservano di valutare ogni iniziativa tendente a sostenere la richiesta