
Ordine del Giorno dell’Assemblea Faib di Roma e del Lazio.
L'Assemblea, dopo aver approvato la proposta di rinnovamento del coordinamento regionale del Lazio dei comitati di colore Eni, Q8 e IP (composti rispettivamente da 7 gestori ciascuno in rappresentanza dei territori); i delegati all'Assemblea elettiva nazionale in programma per il 12 maggio prossimo (10 indicati in rappresentanza dell'area di Roma e 5 del resto del territorio Regionale) i quali rispettivamente assumono anche la nomina alla Presidenza dell'area di Roma e del Lazio; aver confermato all'unanimità nella carica di Presidente dell'Area di Roma, Giuseppe Sperduto e regionale del Lazio, Franco Iorio, ha manifestato all'unanimità il sostegno alla candidatura a Presidente nazionale della Faib di Giuseppe Sperduto.
Ciò premesso, l'Assemblea, opportunamente convocata dalla Presidenza uscente svoltasi martedi 30 marzo, preso atto del documento nazionale, sottoposto alla discussione dell’assemblea e considerata l’ulteriore crisi che si è abbattuta in tutto il mondo e nel nostro Paese in conseguenza della pandemia, che ha semmai posto in ulteriore evidenza le criticità preesistenti nel settore, accelerando il bisogno di scelte e risposte concrete ed urgenti, denuncia la grave situazione in cui versano le sorti delle gestioni;
esprime la volontà della categoria di uscire da questo nefasto “imbuto” in cui si trova il settore e la categoria stessa: non ci stiamo ad essere ridotti manovalanza o quando ci va bene, venditori su commissione di fatto e senza averne discusso e tipizzato la forma, con pochi o senza diritti e senza un futuro, con margini totalmente insufficienti. Così falliscono le gestioni, perdono lavoro decine di migliaia di lavoratori e si depaupera un asset strategico per la mobilità del paese.
Vista la Risoluzione approvata all'unanimità dall’attuale Parlamento Italiano, Camera dei Deputati (– 7-00258 - Risoluzione sul mercato della distribuzione di carburanti. Approvata e riformulata in n. 8-00028), di cui si riprendono ampi stralci, presentata l’11 Giugno 2019 primo firmatario On De Toma, approvata il 4 Dicembre 2019, dopo un intenso dibattito parlamentare, cha ha segnalato l’importanza del mercato della distribuzione di carburanti per l'economia nazionale, con un valore che si aggira sui 45 miliardi di euro all'anno di fatturato complessivo e che coinvolge circa 80 mila lavoratori fra titolari, collaboratori e dipendenti, occupati presso oltre 22 mila impianti nella rete ordinaria e circa 450 nelle aree di servizio autostradali;
le numerose criticità che si stanno, ormai da tempo, riverberando su tutto il comparto con una perdita di oltre il 50 per cento della redditività;
che tra il 2018 ed il 2019, tanto più dopo il 2020, si sono manifestati in tutta la loro drammaticità gli effetti della crisi del settore; che le ragioni di questa crisi sono molteplici: una rete distributiva estremamente frammentata ed inefficiente, oltreché insicura in alcuni casi dal punto di vista ambientale;
il gravissimo dilagare di comportamenti illegali nella commercializzazione di prodotti con l’ingresso diretto della criminalità organizzata nella gestione della rete distributiva e commercializzazione di detti prodotti, come, peraltro ampiamente denunciato negli ultimi anni;
preso atto delle violazioni della normativa sulla tutela del lavoro, favorite da una disciplina che demanda alla contrattazione delle parti la remunerazione dei gestori sulla base di una complessa cornice normativa (decreto legislativo n. 32 del 1998, legge n. 57 del 2001, legge n. 27 del 2012) che tuttavia non offre, perché oggetto di ampi spazi di elusione, sufficienti tutele alle imprese ed ai lavoratori del settore;
che la frammentazione del comparto in tanti operatori di limitate dimensioni rispetto alle tradizionali compagnie petrolifere ha drasticamente penalizzato la praticabilità per le organizzazioni rappresentative dei gestori di concludere accordi, rendendo necessaria una integrazione del quadro normativo vigente con una contrattazione che definisca ruolo, funzione e condizioni di competitività, profittabilità e remunerazione delle imprese e del lavoro degli addetti alla distribuzione finale;
che il 28 maggio 2019 fu istituita una sede di confronto, poi non più convocata e ripresa soltanto l’11 gennaio 2021, dopo l’ennesimo ricorso della categoria allo sciopero generale nel mese di dicembre 2020, in cui è stato riattivato il tavolo tecnico di confronto con le organizzazioni dei gestori visto l'elevato interesse del Ministero dello sviluppo economico sulla questione, oggi competenze assunte dal Ministero della Transizione Energetica; consapevoli che le criticità del settore stanno incidendo negativamente sul piano della competitività per le imprese e le micro-imprese che vi operano;
la Risoluzione ritiene che vadano assunte iniziative urgenti in grado di contrastare le numerose e articolate criticità che sta affrontando il settore della distribuzione dei carburanti, i cui fattori di debolezza rischiano di aggravare le condizioni economiche ed occupazionali degli operatori;
posto che va perseguito l’obiettivo razionalizzazione e all'ammodernamento della rete distributiva, con una revisione del piano e degli indirizzi di ristrutturazione, prevedendo la chiusura dei punti vendita obsoleti ed inefficienti, accompagnata dall'erogazione di indennizzi per i gestori e per la bonifica ambientale e per l'effettivo e definitivo loro smantellamento;
elevare i livelli di tutela e protezione delle condizioni lavorative e dell'esercizio di impresa degli operatori del settore, al fine di evitare situazioni di diffusa illegalità derivanti da ipotesi di abuso di dipendenza economica nei rapporti tra i titolari degli impianti/fornitori e i gestori degli impianti;
che occorre prevedere incentivi volti alla riconversione tecnologica necessaria ad ammodernare la rete distributiva attraverso la progressiva implementazione dei servizi alla mobilità da energie rinnovabili;
adottare, tramite le strutture del Ministero dello sviluppo economico, procedure di verifica e controllo per accertare violazioni della normativa di settore, valorizzando il ruolo delle organizzazioni maggiormente rappresentative;
contrastare l'elusione dell'obbligo di contrattualistica previsto dalla normativa di settore per tutti i titolari di autorizzazione introducendo meccanismi di penalità e/o sanzioni per inadempienze relative ad accordi collettivi o per l'utilizzo di tipologie contrattuali non previste dalla normativa, nonché regolamentando i trattamenti minimi delle gestioni in caso di inosservanza della contrattazione;
prevedere, nella definizione per i gestori delle eque condizioni per competere relative all'accesso ai prezzi di cessione dei prodotti dai fornitori il criterio della sostenibilità economica delle imprese finali di distribuzione;
potenziare l'attività di sorveglianza dei prezzi praticati; estendere anche al settore dei carburanti la normativa recante la disciplina delle vendite sottocosto;
favorire lo sviluppo di tipologie contrattuali aggiuntive, che, consentendo alle imprese finali della distribuzione di determinare il prezzo finale al consumatore, possano garantire al cliente, tramite una vera concorrenza dei prezzi, la scelta più conveniente presso l'intero complesso della rete distributiva, nel rispetto del principio dell'assicurazione di condizioni di accesso uniformi al prezzo di beni e servizi;
contrastare l'evasione, la contraffazione e i fenomeni di concorrenza sleale
L’Assemblea pertanto sostiene la risoluzione parlamentare, approvata all’unanimità dalla Camera dei Deputati, importante, ampia e che fotografa una situazione allarmante, sollecitata e sostenuta da questa categoria per mezzo delle rappresentanze con due scioperi nazionali (novembre 2019 e dicembre 2020); che segnala i limiti del settore e della rete distributiva; che sottolinea l’esigenza di dare risposte concrete per dare dignità ai gestori ed futuro alla rete distributiva dei carburanti.
A partire da questa riflessione e da queste proposte, discusse in sede Parlamentare e approvate all’unanimità dalla X Commissione della Camera dei Deputati, la XII Assemblea FAIB di Roma e del Lazio, approva le riflessioni contenute nel documento nazionale e pone l’accento su questi aspetti e diritti, dichiarandosi pronta e determinata alla mobilitazione della categoria per chiedere che il Governo intervenga con urgenza e con provvedimenti straordinari contro l’illegalità. Faccia suoi gli obiettivi indicati dal Parlamento all’unanimità, così come sostenuto e sollecitato dalla Faib e dalle altre associazioni di categoria unitariamente.
I gestori sono di fatto “strozzati” da un effetto concentrico: prezzi elevati, calo dell’erogato, concorrenza sleale, perdita di redditività, diritti contrattuali negati. L’emergenza sanitaria che si è manifestata da oltre un anno ha evidenziato le criticità e accelerato l’esigenza di assumere provvedimenti conseguenti.
Le compagnie petrolifere e i titolari degli impianti si assumano la responsabilità di fronte a questo stato di cose. In tal modo il settore, strategico per il Paese e la mobilità, che dà lavoro ad oltre 80 mila occupati, rischia di fallire mandando in fumo un valore industriale e infrastrutturale.
L’Assemblea infine propone di Trasformare questa Assemblea in un appello della categoria per la difesa del Diritto contrattuale contro il caporalato petrolifero diffuso e l’illegalità; Il Diritto ad un compenso in grado di garantire la dignità e sostenibilità delle nostre attività; Il Diritto ad un processo di ammodernamento della rete distributiva capace di rinnovare quella infrastruttura strategica sostenendo il processo di transizione energetica del Paese.
L’Assemblea di Roma e del Lazio, quindi, si impegna a sensibilizzare tutte le forze politiche perché questi diritti siano finalmente sanciti da atti del Governo e in particolare del Ministero della Transizione energetica.